Tutti si aspettavano che il raffinato, sofisticato e socievole esperto di Venere, il cui turno era il prossimo, rispondesse agli insulti fatti contro il suo pianeta dal pandit precedente ( che raccontava di Giove) .
Lo fece in maniera venusiana: alla mano, accomodante e in maniera amichevole. I venusiani amano l’armonia, quindi l’esperto si espresse in maniera elegante, delicata e non aggressiva.
“Giove è un potente pianeta”, iniziò, “su questo non c’è dubbio, ma Venere ha un talento che nemmeno Giove possiede: può risuscitare i morti, con l’aiuto del Sanjivini vidya.” “
Ecco perché Venere è il più potente di tutti i pianeti, è il guru degli Asura, che lo servono notte e giorno perché usa il Sanjivini Vidya per rianimare quelli che cadono nelle loro battaglie con i Deva.
Le capacità di Venere sono semplicemente indescrivibili. Acclamato in tutti e tre i mondi perché il suo potere è sorprendente e il suo eroismo ineguagliabile.
I’adorazione a Venere fa si che tutti gli ostacoli, tutte le preoccupazioni e tutte le malattie che circondano una persona vada via, Venere polverizza gli effetti negativi del karma. È immensamente astuto e, da vero Brahmana, è un esperto in ogni forma di apprendimento.
Tutti quelli che lo adorano realizzano i loro desideri più cari, e quelli che osservano il suo voto notturno per un anno diventano felici e vigorosi, ottengono bambini e buona fortuna, allontanano ogni ostacoli e vanno nel regno di Venere dopo la morte.
“Il fortunato e affascinante Venere ha un corpo di medie dimensioni ben nutrito, mani lunghe, spalle prominenti, un ampio petto e capelli scuri, corti e ricci”. Traboccante di virilità, è intelligente, bello e sensuale. La sua costituzione è Kapha-Vata, e il suo colore ricorda quello della neve, del bianco fiore di gelsomino, del profumato oleandro bianco o del gambo del loto. Appassionato di cose succose, di musica e di femminilità, il suo metallo è l’argento e il diamante è la sua gemma. Anche se lo stesso Venere ha solo un occhio, un Venere prominente in una carta natale offre occhi meravigliosi.

“Signore del seme e degli ovuli, del sud-est, del venerdì e della Bilancia e del Toro, Venere è conosciuta con nomi come Ushanas, il Brillante, il Poeta, il Bianco, il Puro, Colui che ha raggiunto la sponda lontana del Veda e Vedanga, possessore di grande intelligenza, il conoscitore della politica e il Guru degli Asura.”
Venere è il figlio del Rishi Bhrigu dalla moglie Puloma.
Bhrigu Rishi era, come Angiras Rishi, nato direttamente dal seme di Brahma, quindi Venere e Giove, due implacabili avversari, sono cugini di primo grado.
“Una volta Bhrigu stava eseguendo un’intensa pratica yogica sul monte Mandara e Venere, che allora era un ragazzo, era solito prendersi cura dei bisogni di suo padre”. Successe che un giorno, mentre Bhrigu era assorbito in una profonda trance meditativa e Venere stava apprezzando la bellezza del cielo sopra di lui, la bellissima Apsaras (ninfa acquatica) Vishvachi nuotò vero di lui. Nel Vederla il cuore del ragazzo si riempì di gioia al punto da rimanere immobile, fu assorbito dal suo fascino e tutti i suoi pensieri si concentrarono su di lei. Per distogliere la sua attenzione da lei, la sua mente seguì Indra nel mondo di Indra (il paradiso), dove fu accolto con onore, ma mentre visitava il paradiso, inaspettatamente s’imbatté nell’apsara la cui bellezza aveva attirato la sua mente lì in primo luogo. (nota che il termine Indra e’ simile al termine Indirya che indica la facoltà sensoriale, i sensi percettivi)

“S’innamorarono a prima vista l’uno dell’altro, e per soddisfare i suoi desideri Venere creò una capanna dal folto fogliame in un piccolo angolo di paradiso, che poi avvolse nell’oscurità”. Quella coppia si dedicò quindi a fare l’amore nel loro pergolato per otto cicli delle Quattro Età. Poi, quando i buoni meriti di Venere erano stati completamente consumati, cadde dal cielo verso alla Luna, da dove la sua anima raggiunse la terra attraverso la pioggia che cadde su una risaia.
Entrò nel seme di un Brahmana che mangiò riso (seconda l’ayurveda, il cibo che mangiamo dopo una serie di trasformazioni va a nutrire il seme , detto in sanscrito Shukra n.d.t.), e poi entrando nell’utero della moglie del Brahmana attraverso il suo seme, Venere rinacque in quella famiglia Brahmana.”
Quindi condusse una vita austera sul Monte Meru, fino a quando il suo percorso nuovamente incrociò quello di Vishvachi, che era stata maledetta e ridotta a vivere lì come una cerva. S’innamorò della cerva e si accoppiò con lei; il risultato fu un bambino umano. Il Brahmana che era stato Venere morì di morso di serpente non molto più a lungo, e poi, rinato come principe di Ladra, governò quel paese per molti anni.In seguito prese molte altre nascite, tra cui una come una foresta di bambù e un’altra come un pitone, fino a quando alla fine nacque come figlio di un veggente che viveva sulle rive del fiume Gange.
“Il suo corpo originale, nel frattempo (ovvero quello che era sul monte Mandara col padre Bhrigu), era caduto da qualche tempo sulla terra, ed era rimasto esposto a vento, pioggia e sole, ma il potere di Bhrigu, suo padre, gli impedì di decadere o di essere mangiato”. Dopo mille anni divini, Bhrigu aprì gli occhi per trovare non suo figlio vivente ma un corpo rovinato e sfinito che giaceva nelle vicinanze. Piccoli uccelli avevano nidificato nelle rughe della pelle e le rane si erano rifugiate nella cavità dello stomaco.
Nella sua furia per la morte prematura di suo figlio, stava per maledire Yama, il dio della morte, quando Yama apparve davanti a lui e disse:
“Per favore, non sprecare il tuo potere accumulato in questi anni di pratiche spirituali maledicendomi. Tutti gli esseri creati sono il mio cibo; Ho già divorato innumerevoli universi. Inoltre, tuo figlio è caduto in questo stato a causa delle sue stesse azioni “, che Yama racconto’ al padre sconvolto.
Yama terminò dicendo:’Ora tuo figlio sta eseguendo penitenza sulle rive del fiume Gange; apri l’occhio interiore e vedi di persona! ‘
“Yama poi rianimò il corpo di Venere, che si alzò e rese omaggio a suo padre Bhrigu che mostrò al ragazzo le sue vite passate e la strada per il successo spirituale.
Venere quindi iniziò le pratiche per ottenere il favore di Shiva, ma anche dopo averlo adorato per cinquemila anni, non ottenne alcun risultato. Decise quindi di fare estreme austerità vivendo solo di fumo per altri mille anni, fino a quando Shiva non gli sarebbe apparso. Alla fine Shiva apparve e benedisse Venere accogliendolo come Suo figlio.
“Shiva insegnò anche a Venere il Sanjivini Vidya, altrimenti noto solo a Shiva, sua moglie Parvati e i loro due figli Ganesha e Skanda. Inoltre, Shiva nominò Venere il migliore dei pianeti e gli disse che la sua ascesa nel cielo avrebbe inaugurato lo svolgimento di tutti i rituali più importanti ed è per questo motivo che, ancora oggi, i matrimoni sono celebrati solo quando Venere sta sorgendo nel cielo (ovvero durante il periodo in cui Venere è visibile come stella del mattino all’alba). Venere stesso ha goduto di diverse mogli ed è stato benedetto con figlie e figli.

Venere divenne il figlio di Shiva in questo modo: Parvati una volta, per gioco, coprì gli occhi di Shiva, ciò fece precipitare l’universo nell’immediata oscurità. Liberando in fretta quegli occhi, Parvati restituì la luce al cosmo e vide davanti a sé un bambino. Quando chiese a suo marito da dove il bambino fosse venuto, Shiva rispose ridendo, “Lo hai creato creando l’oscurità, o Dea. È tuo figlio. Chiamiamolo Andhaka (” Oscurità “).”
Poiché Parvati rifiutò di accettare il bambino, Shiva presentò Andhaka all’asura Hiranyaksha come figlio adottivo, e il ragazzo divenne rapidamente un demone duro che tormento’ senza pietà gli dei. Quando, durante una guerra con i deva, l’esercito di Andhaka fu annientato dal potere schiacciante dell’esercito celeste dei Deva, Andhaka fuggì dal campo di battaglia e si rifugiò con il suo precettore, Venere, che lo rassicurò e rianimò gli eserciti degli Asura.
“Irritato da questa tattica, Shiva catturò Venere e lo inghiottì, e mentre Venere era così intrappolato all’interno di Shiva, le sorti della guerra si volsero decisamente contro gli Asura. Venere vagò nel corpo di Shiva per cento anni celesti. All’interno del ventre di Shiva vide tutti i vari universi, tutti i Deva e gli Asura e persino la guerra. Alla fine, non trovando altra via d’uscita, emerse attraverso il pene di Shiva e poi pagò l’omaggio a Shiva attraverso austerità. Molto colpito da ciò, Shiva lo chiamò Shukra (che può significare “bianco”, “pianeta Venere” e “seme”) e lo riconobbe come suo figlio, insegnandogli il Sanjivini Vidya. “
Tratto da “Greatness of Saturn- Svoboda.